Lettere dalla Toscana

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Di coraggio, resistenza, e vita di tutti i giorni

incucinaconjuls.substack.com

Di coraggio, resistenza, e vita di tutti i giorni

Scopri di più sul progetto #CookforUkraine, ma trova anche un po' di gioia e serenità nel festeggiare Carnevale con le frittelle di riso

Giulia Scarpaleggia
Mar 1, 2022
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Di coraggio, resistenza, e vita di tutti i giorni

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Trovo difficile andare avanti con la vita di tutti i giorni quando qualcosa di così tragico e sconfortante sta accadendo ai confini dell'Europa. È difficile scegliere le parole per descrivere i miei sentimenti di fronte a questa tragedia in corso, ma, subito dopo aver scritto queste parole, trovo questa affermazione egoistica.

Non si tratta dei miei sentimenti ora, si tratta di trovare un modo per aiutare, per aumentare la consapevolezza, per portare speranza.

Sono cresciuta ascoltando i racconti di mia nonna sulla seconda guerra mondiale: era un'adolescente, viveva abbastanza al sicuro in campagna, ma le sue parole sono sempre state così precise e vivide che, ancora oggi, riesco a immaginare perfettamente quei momenti nella mia mente: la paura, e la necessità di andare avanti, di continuare a vivere, di trovare conforto nelle piccole cose. Per lei, era passeggiare lungo quella strada di campagna che avrai visto innumerevoli volte nelle mie storie, trasformata all'improvviso in nella strada principale, dove tutti i rifugiati che erano fuggiti dalla città vicina si riunivano la domenica pomeriggio.

Per altri, era incontrarsi dopo cena accanto al grande camino per giocare a carte, raccogliere i fichi maturi dall'albero in fondo al giardino, o cucinare qualcosa con quello che l'orto e la dispensa offrivano.

Se ho imparato qualcosa dai racconti di mia nonna è che la vita deve andare avanti, quindi ho scelto di non rimanere pietrificata da questa tragedia, ma di agire.

Il cibo è il mio linguaggio, e l'unico luogo dove mi sento sicura di poter alzare la voce. Quindi è qui che posso fare qualcosa.

Voglio quindi supportare Alissa Timoshkina, Zuza Zak e Olia Hercules nel loro progetto #CookForUkraine, una pagina di raccolta fondi basata Regno Unito per donazioni all'UNICEF Ucraina.

Questo è il loro intento:

#CookForUkraine mira ad aumentare la consapevolezza della crisi umanitaria che il mondo sta affrontando in questo momento, così come a raccogliere i fondi necessari per aiutare i bambini e le famiglie in Ucraina che sono stati sfollati per la situazione attuale. Fin dal suo inizio, centinaia di persone di diversa provenienza e nazionalità hanno raggiunto e mostrato la loro solidarietà unendosi a questa iniziativa - compresi i migliori chef, premiati food writer, proprietari di ristoranti e appassionati di cucina - cucinando, facendo dolci, e condividendo piatti ispirati all'Ucraina e all'Europa orientale nei loro ristoranti con i loro ospiti, a casa con i loro amici e sui social media con la loro famiglia e i loro follower.  #CookForUkraine fornisce anche una piattaforma per le famiglie ucraine e i loro sostenitori per condividere le ricette, insieme alle storie dietro quei piatti.

Cos’altro possiamo fare?

Se non la stai già seguendo, segui Olia Hercules, una incredibile food writer, autrice di libri di cucina, chef e insegnante di cucina ucraina che abita a Londra, che sta condividendo instancabilmente notizie, aggiornamenti e modi per aiutare sul suo profilo IG in questo momento.

Cucina le sue ricette, dal suo sito e dai suoi libri: Mamushka, Kaukasis, and Summer Kitchens. Condividi le ricette sui social media usando l'hashtag #CookForUkraine.

Oltre a questo, quello che possiamo fare è agire localmente - ci sono molte associazioni di beneficenza che raccolgono vestiti, coperte, kit di primo soccorso e cibo in scatola da spedire ai confini ucraini per aiutare i rifugiati -, sostenere le organizzazioni di cui ci fidiamo, informarsi - senza essere sopraffatti -, e cucinare cibo ucraino per dimostrare che il popolo ucraino c’è, ha diritto di essere visto e riconosciuto, per sostenere la sua cultura, il suo cibo, i suoi colori, i suoi gusti, i sapori, il suo coraggio e la sua forza.

Questa è la torta di mele che ho fatto dal primo libro di cucina di Olia, Mamushka, una celebrazione del cibo e dei sapori dell'Ucraina. È veloce, facile, ma fornisce un conforto immediato: affetta quattro mele verdi acidule e spolverale di cannella, coprile con un un impasto leggero di pan di Spagna, poi cuocilo fino a quando non è croccante in superficie, spugnoso e morbido all'interno, con un fondo di mele che si sciolgono in bocca.

Sa di casa, di famiglia, di conforto, di giorni semplici: non potevo scegliere una ricetta migliore per iniziare il mio viaggio alla scoperta del cibo ucraino.

Puoi trovare la ricetta del Biskvit di Olia, la sua torta di mele, qui nel suo blog. Spero che potremmo cucinare queste ricette insieme. Ricordati in caso di usare l'hashtag #CookForUkraine se condividerai queste ricette.


Va bene provare sentimenti contrastanti, ci ho fatto pace.

Sono distrutta, devastata dalla notizie, il mio cuore piange per il popolo ucraino, ma allo stesso tempo, provo un senso di leggerezza per l'arrivo della primavera, la fine di un lungo inverno, e per il Covid che finalmente si sta lentamente ritirando, almeno qui in Italia.

Abbraccio mia figlia, annuso l'aroma inconfondibile di quello spazio tra collo e capelli, e trovo speranza nel suo sorriso e nella sua gioia contagiosa.

Siccome il mio scopo è quello di portare conforto, gioia e serenità attraverso il cibo e le storie ad esso legate, condivido anche la newsletter che avevo in programma per oggi. Non sarò pietrificata dall'orrore di ciò che sta accadendo in Ucraina, ma farò in modo di fare qualcosa.

E agire, per me, significa anche combattere con il cibo, un concentrato di cultura, speranza, umanità, amore e tradizioni.


Frittelle di riso fiorentine, il dolce di Carnevale

Quest'anno, mi sono improvvisamente resa conto che era Carnevale quando una delle mamme del nido di Livia ci ha chiesto come l'avremmo vestita per Carnevale.

Le nostre facce vuote la dicono lunga sulla nostro scarso amore per il Carnevale. Il fatto è che gli unici aspetti che mi piacciono del Carnevale sono i dolci tipici: la schiacciata alla fiorentina, i cenci e le frittelle.

Livia aveva già provato la schiacciata alla Fiorentina a Firenze, così abbiamo deciso di portarla a Siena per provare le frittelle di riso locali, e per farle avere un assaggio di Carnevale.

Le frittelle le sono piaciute - ne ha mangiata una e ha sparso lo zucchero sulle sue bambole - ma ha preferito un bel pezzo di ciaccino che abbiamo preso subito dopo (è proprio figlia di sua madre).

Questa è stata la sua gioia quando ha incontrato per la prima volta i coriandoli: li ha lanciati in aria, si è meravigliata per i colori, poi è stata distratta da un gruppetto di piccioni e si è messa a rincorrerli per tutta Piazza del Campo. Alla fine non aveva bisogno di un costume di Carnevale, era felice con il suo vestito di Minnie, una frittella di riso, e una manciata di coriandoli.

Ma torniamo alle frittelle

Quelle che abbiamo preso a Siena sono le frittelle di riso senesi: il riso viene cotto con largo anticipo - giorni! - e lasciato macerare, fino a diventare cremoso e molliccio. Non c'è zucchero all'interno, né uvetta. Vengono fritte in grandi calderoni in un capannino in Piazza del Campo, e cosparse con generosità di zucchero quando sono ancora bollenti. Quando le addenti, trovi un guscio esterno croccante e zuccheroso e un ripieno cremoso che si scioglie in bocca, con un delicato aroma di arancia.

Sono senza dubbio le mie frittelle di riso preferite, soprattutto perché sono legate a tanti ricordi dei miei anni universitari. Puoi leggere di più su queste frittelle qui.

Tommaso, invece, ha un debole per le frittelle di riso fiorentine, e ogni anno litighiamo su quali siano le migliori frittelle: quelle di Siena o quelle di Firenze?

Di recente abbiamo trovato un accordo: compriamo quelle di Siena, perché ci piace tenere la carta calda e unta in Piazza del Campo, tirando fuori dal sacchetto una frittella dopo l'altra, leccando le dita risoperte di zucchero, meravigliandoci della bellezza di quella piazza medievale. A casa, però, faccio le frittelle fiorentine**.

La cosa buffa è che queste sono anche le frittelle che nonna fa in casa da quando ho memoria: dense, piene di riso cotto nel latte, con uvette paffute, e ricoperte di zucchero. Queste sono anche le frittelle che facciamo per festeggiare la festa del papà, il 19 marzo, quindi se non sei pronto a farle ora, salvati la ricetta e preparati a friggere tra una ventina di giorni!

Lettere dalla Toscana
Frittelle di riso fiorentine
Queste sono le frittelle di riso che nonna ha sempre fatto a casa da quando mi ricordo. La ricetta è leggermente adattata dal libro di Paolo Petroni, Il libro della vera cucina fiorentina, una delle mie bibbie quando si parla del cibo locale, quello di Firenze…
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a year ago · Giulia Scarpaleggia

Vai alla ricetta delle frittelle

**La ricetta è disponibile solo per gli abbonati a Lettere dalla Toscana. Abbiamo pensato che sarebbe stato più facile per tutti ricevere una lettera aperta da leggere e gustare, e aggiungere il paywall solo per le ricette, che alla fine saranno elencate in un indice facile da sfogliare e da ricercare.

Dolci dalla dispensa, e dall’archivio del blog

Composta saporita. La composta saporita rientra in quella categoria di dolci che potete preparare anche a occhi chiusi con una mano legata dietro la schiena, che vi risolvono la serata sia che abbiate amici che si presentano all’ultimo minuto per una cena improvvisata sia che abbiate voglia di un dolcino speziato in una sera da pigiama – divano – tv. L’unica accortezza è quella di tenere sempre in dispensa un po’ di frutta secca e qualche prugna e albicocca secca, ma anche mele o fichi, per le emergenze. Se ancora non lo fate, vi consiglio di attrezzarvi perché in pochi minuti avrete a disposizione uno di quei dessert che lasciano il segno. Una manciata di frutta secca, un po’ di spezie, il vino bianco avanzato e un po’ di zucchero, e il gioco è fatto.

Castagnaccio. Il castagnaccio è un dolce antico, che racconta di un tempo in cui la povertà e le ristrettezze venivano superate con l’inventiva delle massaie. Nella versione più semplice, infatti, bastava mescolare un po’ di farina di castagne con acqua, olio e rosmarino per infornare un dolce dal sapore graffiante, quasi affumicato, dalla consistenza densa, quasi di budino. Eppure il castagnaccio è anche un dolce sorprendentemente moderno. Non c’è zucchero, è fatto naturalmente senza glutine e senza latticini e nelle versioni più ricche è impreziosito dalla frutta secca e dall’uvetta.

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Quando deciderai di unirti a noi, avrai accesso completo a tutto l'archivio di ricette e storie già pubblicate. Dai un’occhiata, ce ne sono già alcune che ti aspettano: Pasta alla puttanesca, Ciaccino ripieno di prosciutto cotto e mozzarella, Vellutata di porri e pancetta, le pittule salentine, il panforte senese.

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