Il Banchetto dei Sette Pesci. Una guida pratica con 7 ricette di 7 food writer italiane
Il Banchetto dei Sette Pesci è una tradizione italo-americana, un cenone per celebrare la vigilia di Natale, quando i cattolici celebrano la nascita di Gesù a mezzanotte.
Mancano meno di due settimane a Natale, ma nel nostro appartamento nella campagna toscana il Natale è già arrivato. Ha il suono dei piedini che corrono ad aprire il pacchettino del giorno nel calendario dell'Avvento nel buio del primo mattino e il sapore del panforte mangiucchiato dopo pranzo con un caffè. Le luci scintillanti del nostro vecchio albero di Natale trasformano anche la giornata più cupa in una celebrazione di questo momento magico. L'entusiasmo e la meraviglia di Livia sono contagiosi.
Oggi daremo il benvenuto agli ultimi studenti dell'anno per la nostra Masterclass di tre giorni di dicembre, poi ci prenderemo un paio di settimane per riposare, ricaricarci, e gioire di un po' di tempo in famiglia.
Di solito i nostri festeggiamenti iniziano l'8 dicembre, giorno in cui scartiamo il primo panettone e facciamo l'albero di Natale. Da quel momento in poi, è un susseguirsi di occasioni più o meno grandi per incontrarsi, abbracciarci, e mangiare. Soprattutto mangiare.
Quando ero piccola non abbiamo mai festeggiato la Vigilia di Natale, perché la nostra cena è sempre stata piuttosto frugale, qualcosa da mangiare prima di partecipare alla Messa delle nove di sera. Se la Messa di mezzanotte è di solito grandiosa e affollata, quella delle nove nella nostra chiesetta di campagna era intima, frequentata soprattutto da signore di una certa età. La prima cosa che notavi entrando in chiesa non era il profumo di incenso, ma l'odore del brodo di pollo, del ragù e delle lasagne che era rimasto attaccato sui loro cappotti di lana.
Quando ho conosciuto Tommaso abbiamo iniziato a festeggiare la vigilia di Natale, in parte influenzati dalla tradizione pugliese di una cena a base di pesce, in parte per avere un'occasione in più per stare insieme.
Il giorno di Natale inizia con la colazione a base di panettone inzuppato in una tazza di tè caldo, i regali scartati ancora in pigiama—momento che sta diventando sempre più gioioso ed entusiasmante ora che Livia sta crescendo—e si conclude con un pranzo in famiglia che si protrae fino al pomeriggio.
Il pranzo di Santo Stefano è una scusa per allungare i festeggiamenti e ritagliarsi un altro giorno per mangiare e stare insieme. Potresti pensare che gli avanzi siano sufficienti per festeggiare, ma di solito si prepara un menu del tutto nuovo.
E tu quando festeggi di solito il Natale? È un pranzo o una cena? Hai un menu tipico in famiglia?
Nella tradizione del Natale italiano non c’è il Banchetto dei Sette Pesci, però.
Anche se si tende a mangiare pesce la vigilia di Natale—un giorno considerato tradizionalmente di magro dalla religione cattolica, che impone di evitare la carne rossa—non c'è niente come la Festa dei Sette Pesci in Italia, che tutti noi abbiamo conosciuto soprattutto grazie a The Bear. (Puoi leggere della tradizione dei Sette Pesci qui).
Il Banchetto dei Sette Pesci è una tradizione italo-americana, un cenone per celebrare la vigilia di Natale, quando i cattolici celebrano la nascita di Gesù a mezzanotte.
Il pesce e i frutti di mare sono i protagonisti: ognuna delle sette portate—sette come i sacramenti—è caratterizzata da un diverso tipo di pesce: vongole, baccalà, capitone, calamari, tonno, cozze, gamberetti, acciughe, tonno... insomma, un po' di tutto.
Nella lettera di oggi c’è un regalo per te!
Enrica ha coinvolto me e altre cinque amiche in una Festa dei Sette Pesci profondamente italiana. Ti lascio spiegare il progetto direttamente da Enrica:
Questo Natale abbiamo preparto un menu per una Cena della Vigilia, proprio sulla scia della “Festa dei sette pesci” italo – americana, selezionando 7 ricette di pesce tradizionali italiane (spesso in tavola durante le festività Natalizie), che vedono protagonisti 7 pesci diversi, cucinati in 7 modi diversi.
Tutti i piatti provengono da una regione distinta (Liguria, Piemonte, Veneto/Trentino, Toscana, Emilia Romagna, Abruzzo, Sicilia) e le ricette arrivano da sette diverse “food writers” italiane profondamente legate alle tradizioni culinarie della loro terra (brevi biografie delle donne che hanno plasmato questo menù sono incluse dopo ogni ricetta).
Abbiamo selezionato e scelto con cura questi piatti per creare un menu il più possibile equilibrato e armonioso, con un occhio alla facilità di organizzazione in cucina ... sebbene non si possa tacere la complessità di portare 7 diversi piatti di pesce in tavola!
Godetevi questa “capsule natalizia” di tradizioni culinarie italiane, fatela vostra o prendete solo ispirazione, divertitevi in cucina e preparate un pranzo della Vigilia facendo il giro dello stivale!
Queste soon le amiche coinvolte nel progetto:
Enrica Monzani, dalla Liguria,
qui su Substack, (puoi leggere il Q&A con Enrica qui), con il BrandacujunCarlotta Panza, dal Piemonte,La Panza Pienaqui su Substack, con la Bagna Cauda
Valentina Raffaelli, dal Trentino, @valentina.raffaelli su IG, (puoi leggere il Q&A con Valentina qui) con Polenta e Renga
Monica Compagnoli, dall’Emilia Romagna,Tortellini&COqui su Substack, con Spaghetti alla Bolognese (di tonno)
Domenica Marchetti, dall’Abruzzo, Buona Domenicaqui su Substack, con i Calamari in umido di Gabriella
Fabrizia Lanza, dalla Sicilia, @fabrizialanza su IG, con l’Impanata di Pesce Spada
E qui puoi scaricare il pdf con le sette ricette.
Qui trovi la mia ricetta, un'orata al forno con patate, insieme ad alcuni consigli su come pulire il pesce e prepararlo per il forno.
RICETTA - Pesce all’Isolana
Ho imparato a preparare il pesce all'isolana esplorando i mercati del pesce in Maremma. Un pesce bianco, come il dentice, l'orata o il branzino, viene solitamente preparato su un letto di patate e pomodorini, con una spruzzata di vino bianco. In estate il pesce viene poi ricoperto con verdure di stagione come zucchine, melanzane o carote, in modo da creare una sorta di cartoccio.
In inverno, e soprattutto per le occasioni speciali come le grandi feste di famiglia o il Natale, uso solo patate e cipolle, e un po' di pomodorini.
È un piatto semplice e immediato che richiede solo un po' di preparazione e di attenzione per essere perfetto. Con un solo piatto, avrete un secondo festivo e un contorno che lo accompagna.
Note
Qualsiasi pesce bianco può andare bene per questa ricetta: orata, branzino, dentice.
Al posto del pesce intero, si possono usare i filetti di pesce. Il tempo di cottura sarà ridotto, quindi verificate la cottura con un termometro da cucina per controllare la temperatura interna.
Come pulire un pesce per arrostirlo al forno
Chiedete al vostro pescivendolo se può prepararvi il pesce per arrostirlo nel forno. Altrimenti, ecco come fare.
Con le forbici da cucina togliete tutte le pinne: sono piuttosto affilate e possono essere pericolose quando si pulisce il pesce.
Ora, usando un tovagliolo di carta per tenere la coda del pesce, fate passare il dorso di un coltello dalla coda alla testa per raschiare le squame. Per evitare che le squame volino dappertutto, potete farlo nel lavandino o in una busta di plastica tanto grande da contenere il pesce.
È il momento di eviscerare il pesce. Posizionando una mano sul lato superiore del pesce, inserite la punta di un coltello per sfilettare nel foro di ventilazione e tagliate la pancia fino a dietro la testa del pesce. Estraete tutte le interiora.
Ora passate il coltello per sfilettare sul lato opposto del pesce, sul dorso, per ricavare una tasca che va dalla testa alla coda. Tenendolo in piano, passate il coltello per sfilettare proprio sopra la lisca. Questo vi aiuterà a cuocere meglio il pesce.
Sciacquate il pesce sotto l'acqua corrente fredda per eliminare le squame rimaste e per rimuovere il sangue. Asciugate il pesce con carta da cucina e conservatelo in frigorifero fino al momento di cuocerlo.
Varianti
In Puglia aggiungono a questo piatto una spolverata di pecorino grattugiato, infrangendo una regola non scritta della tradizione culinaria italiana che prevede di non mescolare mai formaggio e pesce.
Per 4
4 patate medie
2 orate, circa 500 grammi ciascuna, squamate e polite
2 spicchi d'aglio, tagliati a fettine sottili
Timo fresco
½ cipolla rossa o dorata, tagliata a fettine sottili
1 manciata di pomodori ciliegini, tagliati a metà
60 ml di vino bianco secco
Olio extravergine di oliva
Sale fino
Pepe nero macinato fresco
Sbucciate e tagliate le patate a rondelle uniformi e sottili. Tagliatele il più sottile possibile, in modo che abbiano il tempo di cuocere mentre il pesce arrostisce. Raccogliete le patate in una ciotola e copritele con acqua fredda. Mettetele da parte per 10 minuti.
Ora preparate il pesce. Cospargete leggermente la cavità interna del pesce e la tasca che avete inciso sul dorso con sale e pepe, aggiungete del timo fresco, l'aglio tagliato a fettine sottili e terminate con un filo d'olio. Ripetete l'operazione con l'altro pesce.
Preriscaldate il forno a 200°C.
Ungete d'olio extravergine d'oliva una teglia da forno. Scolate le patate e asciugatele con un canovaccio da cucina pulito. Disponete due terzi delle patate sulla teglia in un unico strato. Distribuite metà delle cipolle a rondelle sulle patate e cospargete di sale e pepe.
Sistemate le due orate sopra le patate, quindi copritele con le fette di patate rimanenti. Ricoprite con le cipolle rimanenti e cospargete i pomodorini tagliati a metà nella teglia.
Condite con olio extravergine d'oliva, sale e pepe nero macinato al momento.
Trasferite le orate nel forno caldo e fatele cuocere per circa 20 minuti. Dopo 20 minuti, versate il vino bianco sul pesce per mantenerlo umido durante la cottura, quindi arrostitelo per altri 15 minuti, o finché non si sentirà un delizioso aroma di pesce arrostito. Per verificare il grado di cottura del pesce, utilizzare un termometro inserito nella parte più spessa del pesce: deve segnare 65°C.
Quando si cuoce il pesce è meglio privilegiare la sua cottura a quella delle patate, perché un pesce troppo cotto risulterà secco e stopposo. Quindi, se il pesce è pronto, togliete la teglia dal forno e trasferite con cura il pesce su un piatto da portata riscaldato, sollevandolo con due spatole.
Controllate le patate: se sono dorate e cotte, disponetele accanto al pesce e servitele, altrimenti rimettetele in forno per terminare la cottura. Nel frattempo, potete sfilettare il pesce.
Servite il pesce accompagnato dalle patate.
Rispondo alla tua domanda come prima cosa. In famiglia abbiamo sempre festeggiato il giorno di Natale. Il pranzo era un momento speciale, di riunione e festa che proseguiva la sera consumando gli avanzi del pranzo (tutti a dire stasera non mangio e poi tutti mangiavano...). Anche da me la vigilia era frugale, un piatto di spaghetti con il tonno quasi sempre, e poi messa di mezzanotte che da piccola arrivarci era un po' una tortura. Dopo avere incontrato quello che è poi diventato mio marito abbiamo cambiato i nostri riti ampliando i festeggiamenti del 24 per riunire le famiglie. Chiudo con: bello partecipare a questo progetto!
Sono una Italo Americana, nata a Ischia e cresciuta negli Stati Uniti, specificamente in un paese San Pedro, California che è il porto di Los Angeles. Ci sono più di 20,000 persone discendenti di questa piccola isola. Quindi le usanze di Ischia e Napoli si vedono ancora.
In casa mia per la vigilia di Natale non si permetteva mangiare carne. A mezzogiorno mia mamma faceva la pizza di scarola. Era una delizia. La serviva sempre con la giardiniera. La scarola con aglio, acciughe, olive, capperi, uvette e pinoli e una de miei piatti favoriti. Io faccio il ripieno come contorno ma la pizza non l’ho mai fatta. E una pizza fina e con abbondante olio.
Poi per la cena si mangiava spaghetti con il sugo della Vigilia: aglio, olio, frutti di mare, vino, pomodoro passati o concentrato e anche qui uvette e pinoli. E un sugo un po’ dolciastro ma saporitissimo. Questo si la faccio ogni vigilia. Prima della pasta normalmente mangiavamo vongole crudi o forse acciughe o salmone sott’olio. Poi il resto della cena consisteva di gamberi, forse calamari, baccalà fritto. Non si contavano sette pesci. Però facilmente si arriva a quel numero perché nel sugo ci sono sempre almeno 4: granchio, vongole, calamaro, polipi piccoli ecc
Dopo cena c’erano gli struffoli. Quelle palline di pasta fritta coperta di un velo di miele con scorza di arance e mille colori di dolci che ai bambini piacciono molto.
Per il pranzo di Natale si mangiava una lasagna.
Questo erano le tradizioni della mia famiglia. Io adesso che sono nonna, faccio ancora il sugo della vigilia e poi di secondo un bel pesce al forno. A Natale siccome mio marito aveva la mamma di Lombardia, facciamo ravioli. Ecco le mie tradizioni, se volete posso mandarvi la ricetta della giardiniera e della scarola. Quest’anno mi trovo in Spagna e anche qui farò il sugo per i parenti spagnoli. Tanti auguri per le feste Natalizie.