Un Natale lento e la gioia dell'inverno
Riflessioni sul rallentare, ricette di comfort food e piccoli piaceri d’inverno
Questa sarà l’ultima newsletter del 2024.
Mentre l’anno volge al termine, ci prendiamo una breve pausa dalla newsletter per riposare, leggere, e trascorrere del tempo con famiglia e amici, celebrando un Natale più intimo e raccolto del solito. Rallenteremo per ricaricare la nostra riserva di creatività e torneremo qui il 10 gennaio, pronti per un nuovo anno ricco di storie, ricette e momenti condivisi intorno a una tavola.
Questa è una di quelle newsletter che ho preferito scrivere prima a mano, partendo dal mio quaderno di idee e bozze, con la mia penna preferita, quella bianca, ricoperta da cuoricini di velluto fucsia (credo che sia una penna che in tante hanno, o mi sbaglio?). Mi piace immaginare che tu stia leggendo queste parole mentre sorseggi una tisana calda dalla tua tazza natalizia preferita, avvolta in una coperta calda e indossando pantaloni comodi.
In questa newsletter troverai alcune riflessioni sulla JOMO (un acronimo inglese che sta per Joy Of Missing Out, cioè 'gioia di perdersi qualcosa’) e sul concetto di wintering, oltre a qualche ricetta di stagione perfetta per i momenti più tranquilli.
Da parte mia e di Tommaso, Buon Natale e Felice Anno Nuovo! 🎄✨
Nel turbinio di una casella di posta piena di guide ai regali, raccolte di ricette stagionali, auguri aziendali e—speriamo di no—richieste di lavoro dell’ultimo minuto, spero che questo messaggio ti regali una pausa tranquilla nella frenesia delle feste.
In questi giorni intensi, quando notifiche e impegni si accavallano, voglio parlarti della JOMO, la Joy of Missing Out.
JOMO, il contrario di FOMO (la paura di perdersi qualcosa), è un concetto che sto ancora imparando ad abbracciare. Significa scegliere di essere assenti in modo intenzionale, assaporando momenti di quiete senza sensi di colpa. È il piacere di godersi la propria vita senza curarsi, o preoccuparsi, che gli altri possano avere una vita più soddisfacente.
Questo è il mio proposito—e il mio progetto—per le prossime festività: pianificare meno, fare meno, conservare energie. Trascorrere il tempo con le persone che contano davvero e celebrare le piccole gioie di questi giorni invernali: il profumo dei ricciarelli appena sfornati, le coccole mattutine con Livia e i cani, restare sotto le coperte senza la fretta di doversi alzare.
Vuol dire anche riconoscere che il Natale può essere celebrato con un semplice pranzo in famiglia, perché ciò che conta davvero è il tempo trascorso insieme, non mettere in piedi un banchetto elaborato. Significa sfornare tutti i biscotti che conosci—o prepararne solo una piccola teglia per togliersi una voglia momentanea e godersi quell’ora di pace e concentrazione fatta di ingredienti buoni e stampini natalizi. Vuol dire riempire il calendario di cene e aperitivi con gli amici—o reclamare il proprio tempo e trascorrere una serata tranquilla in pigiama, guardando L’amore non va in vacanza per la centesima volta.
Ho la sensazione di essere arrivata a un punto della mia vita in cui voglio—e ho bisogno—di resistere alla trappola del confronto, a quella incessante spinta online a comprare, mangiare, cucinare, spendere e mostrare di più—troppo, molto più del necessario.
Ho voglia di vita vera, non filtrata, autentica. L’aria fredda che pizzica le guance durante una passeggiata mattutina, scegliere ortaggi ancora sporchi di terra al mercato, sfogliare un libro mentre aspetto in fila alla posta, iniziare la giornata con una tazza fumante di caffè e latte d’avena mentre preparo il latte al cioccolato di mia figlia.
Anche se gran parte del nostro lavoro si svolge online, sono determinata a proteggere questo spazio e a mantenere la mente lucida, scegliendo quando e dove essere presente, cosa leggere e chi seguire. Qui, questo luogo virtuale, mi sembra un porto sicuro, un posto in cui posso condividere pensieri, speranze e difficoltà con persone dall’animo affine. Persone vere, oserei dire.
L’ultima newsletter di Emma Gannon, How to be less online in 2025, mi ha colpita profondamente. Mi ha offerto molti spunti di riflessione, soprattutto su come reclamare il proprio tempo e ridefinire quanto vogliamo essere accessibili.
Questo approccio si allinea perfettamente con un concetto che ho scoperto lo scorso anno: il wintering, descritto da Katherine May nel suo libro Wintering: The Power of Rest and Retreat in Difficult Times. Pubblicato per la prima volta cinque anni fa, il libro è recentemente tornato in classifica—forse perché tutti sentiamo il bisogno di un invito gentile a rallentare.
Per me, wintering ha significato ascoltare la voce pacata del mio corpo che mi chiedeva di rallentare, riposare e ritrovare uno spazio interiore. È stato come premere il tasto pausa nel mezzo del trambusto quotidiano, creando spazio per la calma e la cura di me stessa. Ha significato riorganizzare le mie priorità e spostare l’attenzione verso l’interno, non più verso il mondo esteriore.
Le mie giornate sono rimaste piene di lavoro e impegni familiari, ma lo scorso anno concedermi una pausa e il permesso di rallentare mi ha aiutata a gestire un problema di salute complesso, legato a reflusso gastrico, fegato grasso e calcoli biliari. Questo mi ha portata a eliminare i latticini dalla mia alimentazione, sperimentare ricette senza glutine e abbracciare una cucina più vegetale, preparandomi a un intervento chirurgico che spero di affrontare all’inizio del prossimo anno per risolvere i problemi alla cistifellea..
Come affronto il wintering?
Sono ancora pienamente immersa nella vita di tutti i giorni, non mi sto certo ritirando in una capanna isolata tra i boschi sulla cima di una montagna innevata. Il processo di wintering può avvenire anche nel mezzo della vita quotidiana, riconoscendo che i nostri corpi rispecchiano i ritmi della natura. Proprio come la campagna riposa in una quiete silenziosa, in uno stato di apparente immobilità, mentre le radici si fortificano sotto la superficie, anche noi possiamo fermarci e prenderci cura di noi stessi, preparandoci alla fioritura della primavera.
In questo periodo, mi infilo presto a letto con un libro che riesce a catturare la mia attenzione per pochi minuti prima che il sonno abbia la meglio, oppure mi rannicchio sul divano sotto la coperta di nonna—quella di lana lavorata a maglia ce mi ha fatto qualche anno fa—, per guardare una serie poliziesca, con Teo che russa accanto a me. Dopo aver divorato The Lincoln Lawyer, stiamo ora affrontando le sette stagioni—più due—di Bosch, e ce lo stiamo proprio godendo.
Anche con il fuoco che scoppietta nella stufa in soggiorno, la mia borsa dell’acqua calda è diventata la mia migliore amica. Mi aiuta a rilassarmi e a distendere le gambe, anche in un letto freddo—una necessità nella nostra casa di campagna, dove la temperatura raramente supera i 18°C.
La mia vita è già piuttosto ritirata quando non è stagione di corsi di cucina—un po’ per la mia naturale inclinazione alla solitudine, un po’ per circostanze come avere una figlia piccola e lavorare da casa. Quindi per me, wintering significa essere intenzionale su come trascorro il mio tempo online e imparare ad apprezzare quei preziosi momenti di libertà che riesco a ritagliare nelle mie giornate.
I mesi invernali sono il mio periodo preferito per leggere—secondo solo alle lente giornate delle vacanze estive. Così, ho raccolto una pila di libri da leggere durante le feste e nei tranquilli mesi invernali, quando i corsi di cucina saranno meno frequenti e, si spera, sarò immersa nella fase di revisione del libro di cucina #7. Per me, il tempo lento è sempre stato tempo per imparare—un invito a studiare, esplorare nuove tecniche e affinare il mio mestiere.
Insegnare corsi di cucina e scrivere ricette è un lavoro artigianale, plasmato dalla pratica, dallo studio e da tentativi ed errori. È un percorso segnato dall’esperienza diretta, da pagine macchiate d’olio, prove bruciate e innumerevoli piatti da lavare. Richiede una curiosità profonda, una fame di conoscenza, di sperimentazione e di condivisione.
L’inverno è la mia stagione per imparare, un momento per scavare più a fondo, assorbendo lentamente nuove conoscenze, proprio come le radici che crescono sotto terra. Quando arriverà la primavera, sarò pronta ad aprirmi di nuovo, condividendo tutto ciò che avrò scoperto lungo il cammino.
Alcuni di questi libri sono classici intramontabili—perché non servono sempre le ultime novità per trovare ispirazione. È un altro modo di combattere la FOMO, per riscoprire tesori che ho già nella mia libreria, invece di acquistare continuamente nuovi volumi.
Ho in programma di rileggere Salt, Fat, Acid, Heat di Samin Nosrat per rinfrescare le basi della cucina (disponibile anche in italiano). Per approfondire il mondo del senza glutine al momento sto impastando ricette da Bakes Simple, di Aran Goyoaga, ottimo per sfornare pani croccanti e senza glutine per colazione. Oltre a questi, ho aggiunto anche Sift, di Nicola Lamb, uscito da poco in italiano come Bake!. È un manuale esaustivo, chiaro e facilmente accessibile sulla pasticceria, con una lunghissima introduzione dedicata agli ingredienti e alle tecniche base, seguito da un ricettario organizzato in base al tempo che le ricette richiedono: un pomeriggio, un giorno, o il fine settimana.
Oltre ai libri di cucina, ho preso qualche romanzo giallo britannico di seconda mano, ambientati nella fangosa campagna inglese. Mi terranno compagnia a letto, sotto il piumone, con la mia fidata borsa dell’acqua calda. In qualche modo, questa borsa continua a fare capolino nei miei rituali invernali—è la perfetta incarnazione del semplice comfort che mi ritrovo a desiderare in questa stagione.
Il cibo è ovviamente parte integrante del mio processo di wintering. In questo periodo desidero cibi semplici e nutrienti, privi di fronzoli.
Con Livia a casa da scuola per un paio di settimane, mi concentro su pasti con liste di ingredienti ridotte all’essenziale, incoraggiandola dolcemente a provare nuovi sapori. Al momento abbiamo aggiunto all’elenco dei cibi apprezzati il risotto allo zafferano, le cimette di cavolfiore al forno cosparse di pangrattato, e i bastoncini di pesce fatti in casa, preparati con merluzzo e polenta istantanea.
Anche
in una delle sue ultime newsletter di , ci racconta di come adeguare l’alimentazione alla stagione che stiamo vivendo, l’inverno, sia un modo per riportarci a casa, per ritrovare il nostro centro attraverso ciò che portiamo nel piatto. La puoi leggere qui.Qui trovi alcune idee per piatti facili e confortanti, cibo che sa di famiglia:
Zuppa cremosa di cavolo nero, porri e patate. Non riesco a pensare di buttare via i gambi, anche se spesso sono fin troppo duri e legnosi per usarli in un'insalata o in una zuppa non frullata. Così, un paio di anni fa, durante un corso di cucina, mi è venuta l'idea di questa zuppa, utilizzando una patata rimasta sul fondo del cassetto e quel che rimaneva di un porro un po’ appassito.
Zuppa di fagioli e farro della Garfagnana. Il farro ha una consistenza piacevolmente gommosa, mentre al sapore ha un delicato aroma di frutta secca. Abbinato ai fagioli e a un soffritto classico, diventa una zuppa facile e confortante.
Vellutata di porri e patate con pancetta. Questa vellutata è una crema di porri e patate resa morbida da un po’ di brodo di pollo, senza burro o panna. Preparatela in inverno, sarà come un abbraccio caldo che parte da dentro per avvolgervi in una sensazione di benessere.
Riso bianco con burro, Parmigiano Reggiano e mozzarella. Questo riso bianco con burro, Parmigiano Reggiano e mozzarella si colloca a metà strada tra il comfort food e un piatto curativo
Il cavolo viola con le carote. Questo contorno di cavolo viola e carote è quello che cucino più spesso ultimamente, almeno una volta alla settimana. Rallegra ogni pasto.
Sformato di cavolfiore. Vellutato e morbido, questo sformato è di solito un successo per tutti. Anche chi di solito non ama il cavolfiore chiederà volentieri una seconda porzione.
Polpette di pollo e patate. Piccole, delicate, dal sapore semplice, sono fatte con carne di pollo macinata, patate e Parmigiano Reggiano grattugiato.
Il polpettone rustico di mia mamma. Un piatto semplice e casalingo. Si può scoprire molto di una famiglia e delle sue abitudini solo assaggiando il suo polpettone.
Torta al caffè vintage. Una ricetta da un vecchio libro di nonna, con tanto burro, e la preferita di babbo per il suo compleanno.
Anche il nostro menu di Natale sarà più semplice del solito, principalmente a causa di alcune difficoltà familiari che stiamo affrontando.
Negli ultimi giorni, però, mi sono presa del tempo per preparare un tronchetto di Natale che fa subito festa, con caffè, ricotta, e cioccolato. È molto più facile e veloce di quanto tu possa immaginare. Puoi trovare il video e la ricetta qui.
Link Love
Rai Radio 1: Mi puoi ascoltare durante il programma Il Pranzo Perfetto, dove parlo del nostro pranzo di Natale classico.
Essentialist Newsletter: Una breve intervista con Marti Buckley per il Culinary Monograph di dicembre.
The New Roman Time: Un’intervista sul mio lavoro e sul prossimo libro di cucina con
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E prima di salutarci… una piccola novità
Abbiamo lavorato dietro le quinte a una sorpresa speciale: la nuova edizione di From the Markets of Tuscany è qui! Pubblicata per la prima volta nel 2018, la prima edizione è andata esaurita, e ora torniamo con una versione completamente rivista.
Pur mantenendo intatti i principi fondamentali, il libro si presenta con un design completamente rinnovato, a partire da una nuova copertina. L’introduzione include una guida ai migliori mercati alimentari della Toscana, seguita da 90 ricette organizzate per portata—con alcune nuove creazioni e reinterpretazioni di alcuni classici.
Il libro è disponibile ovunque—puoi trovarlo su Amazon o ordinarlo presso la tua libreria di fiducia. Non vedo l’ora che tu possa esplorare questa nuova edizione e portare i sapori della Toscana nella tua cucina.
Quali sono i tuoi rituali invernali preferiti, quei piccoli comfort che rendono speciale questa stagione? Hai una ricetta a cui torni sempre quando le giornate sono fredde e buie, o una tradizione di famiglia che porta calore alle tua feste?
Mi piacerebbe ascoltare le tue storie—condividila nei commenti o rispondi direttamente a questa email. 😊
Grazie per avermi accolta nella tua casella di posta quest’anno e per aver condiviso questo viaggio fatto di ricette, storie e momenti di quiete. Spero che questa newsletter porti un po’ di calore alle tue festività, e non vedo l’ora di continuare il nostro percorso insieme nel 2025.
È sempre di conforto leggerti e come sempre sei allineata a molti dei miei pensieri! Ti auguro di riuscire a vivere ancora più pienamente il tuo tempo (anche se come autenticità e pienezza di vita tu secondo me non hai rivali), un abbraccio a tutta la famiglia
Sono d’accordo: l’inverno è fatto per rallentare e riposare, ce lo insegna la natura. La bella foto della campagna toscana è tua?