5 Commenti
mag 2Messo Mi piace da Giulia Scarpaleggia

Vivo (viviamo, io e la mia compagna) da 4 anni come nomadi digitali in montagna, cambiamo valle ogni due, tre mesi. La prima cosa che facciamo è "stanare" il contadino, la signora con le galline, chi fa i formaggi con il latte della zona. Cerchiamo un'azienda agricola dalla quale comprare verdura e frutta e, sì, tentiamo la massima stagionalità. Oltre ai valori nutrizionali, rafforza un legame con i cicli della vita: in fondo, come di diciamo spesso, abbiamo lasciato la città per poter godere delle stagioni che cambiano fuori dalle finestre di casa... Il cibo, ribadisce queste scelta.

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Ciao Davide, grazie per il tuo commento. Ma che bello quello che state facendo! Hai ragione, tutte le vostre scelte confermano il modo in cui abbracciate e date priorità alla stagionalità.

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apr 29Messo Mi piace da Giulia Scarpaleggia

Quanto hai ragione, le scelte alimentari sono scelte politiche e la stagionalità è un insieme complesso che comprende molti aspetti.

Una scelta politica è anche l’umiltà e la curiosità con cui ti approcci allo studio della cucina, ed è qualcosa che mi ispira tantissimo: essere italiani non ci rende automaticamente sapienti e capaci. Vedere la nostra cucina attraverso le ricette di altre persone sicuramente arricchisce la nostra prospettiva e amplia le potenzialità degli ingredienti stagionali che conosciamo.

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grazie! :) Io veramente mi diverto a seguire ricette proposte da altre persone, ogni volta si scopre qualcosa, una tecnica, un abbinamento, una storia...

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Che bello unire al necessario impatto ambientale anche l'aspetto sentimentale nel seguire la stagionalità. Quella noia gustativa che precede il piacere di addentare le prime ciliegie o i primi pomodori maturati al sole ha un che di magico.

Grazie.

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