La cucina nelle piccole cose
Dal mestolo di legno al taglia puntarelle. Mi aiutate a creare un racconto corale sugli utensili che rendono unica la nostra cucina?
Stamani c’è una luce bassa, tagliente, da inizio inverno. Attraversa le porte dello studio e va a disegnare contorni e ombre nette sulle pareti opposte, quelle dove tengo la maggior parte dei miei strumenti di cucina.
Una vetrina moderna, minimalista e grigia chiara, rivendica colori e esuberanza con tutti quei piatti, bicchieri, tazzine, vassoi, taglieri e posate scompagnate che lì hanno trovato casa, e una ragion d’essere. Sono i protagonisti delle nostre foto, e accompagnano tutto quello che cuciniamo a tavola, per essere passati di mano in mano da sconosciuti che si ritrovano ai nostri corsi di cucina e alla fine della mattinata chiacchierano come amici di lunga data.
Sull’altra parete, mensole a vista e barre porta utensili contengono a malapena tutto quello che reputo essenziale in una cucina, nella mia cucina italiana, per essere precisi.
Ho attraversato varie fasi: all’inizio, da neofita, mi facevo prendere dal facile entusiasmo e accumulavo caccavelle e chincaglierie che spesso si rivelavano più ingombranti che utili. Poi mi sono autoimposta una regola che sembrava tanto saggia all’apparenza: compra solo quello che può avere più di un uso, altrimenti puoi farne a meno. È crollata malamente di fronte al cavatorsoli e allo snocciola ciliegie.
Oggi vivo questo aspetto della cucina con più leggerezza, senza dogmi o facili entusiasmi. Amo i mestoli di legno e il riga gnocchi, le spatole in silicone e la Microplane—o meglio, le grattugie microplane, tanto quella per la scorza degli agrumi, quanto quella per grattare le carote, e la mandolina, affilatissima—. Ho un set di ottimi coltelli artigianali toscani di Coltellerie Berti (ne avevo parlato qui, dove trovi anche uno sconto del 20% se ti interessa) e la spatola per servire le lasagne della mia prozia, l’italianissima macchina per la pasta Marcato e un set di cup e tablespoon per scrivere le mie ricette anche per un pubblico americano.
In queste piccole cose c’è tutto il mio mondo, e c’è la mia cucina di ogni giorno, quella cucinata e non solo raccontata e condivisa con una foto veloce su IG.
Oggi sono qui a chiedere il vostro aiuto.
Sto lavorando a un articolo che dovrebbe uscire sull’altra nostra newsletter in inglese, Letters from Tuscany, a metà dicembre. Vorrei raccontare la cucina italiana ai nostri lettori internazionali attraverso i suoi strumenti: da quelli più classici e onnipresenti, come il mestolo di legno o la grattugia per il formaggio, a quelli più regionali e specifici. Penso ad esempio al taglia puntarelle—il mio mai-più-senza che uso con enorme soddisfazione anche con le zucchine in estate—o allo spremiaglio. Odiato dai puristi della cucina perché apparentemente altera il sapore e la consistenza dell’aglio, io lo trovo geniale, pratico, e lo uso con enorme soddisfazione quotidianamente.
Mi piacerebbe far emergere storie, idiosincrasie, un racconto corale di quella che è la nostra cucina quotidiana fatta attraverso quegli strumenti anche più umili che usiamo ogni giorno. Vale tutto.
Mi aiutate? Mi raccontate nei commenti qual è, o quali sono, i vostri strumenti preferiti in cucina, come li usate, per cosa li usate, se avete trovato un uso alternativo ingegnoso, o se raccontano un tratto della vostra cucina regionale particolare?
Se poi per voi va bene, sarei anche felice di citare voi e il vostro strumento!
Poi vi condividerò qui la newsletter che uscirà a dicembre, un numero corale per raccontare l’Italia delle piccole cose.
Condividi questa newsletter con i tuoi amici—sia con gli esperti di cucina che con quelli alle prime armi—così che anche loro possano raccontarmi qual è lo strumento essenziale nella loro cucina.
Prima di andare via… sentite aria di Natale?
Emanuela Regi—amica e mio riferimento per ogni cosa teorica e pratica del mondo della pasticceria, e colei che ha preparato la torta per il nostro matrimonio, per il battesimo di Livia, e per piccole e grandi occasioni in cui vogliamo festeggiare e stare bene—ha lanciato il suo nuovo progetto, Un biscotto al giorno, il calendario dell’avvento 2024.
Ogni giorno riceverete via email non solo la ricetta testata di un biscotto (con le sue caratteristiche ed il momento migliore per servirlo), ma anche piccoli suggerimenti e trucchi per gestire gli impasti e per organizzare la produzione, varianti di gusto e di forme ed altre divagazioni sul tema. Ci saranno anche due appuntamenti virtuali in diretta con lei, per cucinare e togliersi qualsiasi dubbio sugli impasti.
Trovate tutte le informazioni su come iscriversi qui.
Lo strumento a cui non saprei rinunciare è l’affettatrice professionale comprata anni, molti, anni fa: tagliavo la bresaola fatta artigianalmente dal macellaio del mio paese, il roast beef e il tacchino arrosto. Da alcuni anni siamo diventati vegetariani e la mia affettatrice ha avuto una seconda vita, la utilizzo infatti forse più di prima per le verdure: finocchi sottilissimi, carote a nastro, patate per chips al forno, cavolo cappuccio, melanzane … Livia
Il mio strumento è la mezzaluna; è uno strumento antico, sicuramente in disuso da quando esistono i trita sapori, ed io ne ho uno in cucina che non ho acquistato ma mi è arrivato in eredità. Mia nonna ne faceva un larghissimo uso, in abbinamento ad un tagliere di legno che con l'uso aveva una piccola fossetta dove l'aglio il prezzemolo il rosmarino e a volte un pizzico di sale diventavano finissimi e sprigionavano il loro profumo in tutta la cucina. Ora la uso raramente, ma è perfetta per tritare grossolanamente la frutta secca, o per piccole quantità di erbe aromatiche. Laura