Lettere dalla Toscana

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Un anno in una scuola di cucina toscana: febbraio

Un anno in una scuola di cucina toscana: febbraio

Verdure amare, ispirazione in cucina e il primo corso dell'anno | 5 ricette da cucinare questo mese, tra cui le uova con cavolo nero

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Giulia Scarpaleggia
feb 26, 2025
∙ A pagamento
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Un anno in una scuola di cucina toscana: febbraio
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Benvenute e benvenuti al secondo capitolo della nostra nuova rubrica, Un anno in una scuola di cucina toscana. Ogni mese vi porto dietro le quinte della nostra scuola di cucina, offrendovi uno scorcio sul nostro lavoro quotidiano e sui i ritmi della vita qui in Toscana. Vi racconto dei prodotti che scopro al mercato locale, le storie delle persone che incontriamo durante i corsi, e le ricette ispirate agli ingredienti stagionali più freschi.

Questa rubrica è molto più di un semplice aggiornamento mensile: ha il respiro, il tempo e lo spazio di un vero e proprio libro di cucina. Ogni storia e ricetta si svela con il proprio ritmo, permettendomi di approfondire l’essenza della cucina toscana, della sua cultura e del susseguirsi delle stagioni.

Leggi qui il primo episodio dedicato a Gennaio.

Passeggiata di febbraio e la gioia di Livia a Carnevale, vestita come il suo supereroe preferito: Spider-Man

FEBBRAIO

Febbraio è arrivato con il suo inconfondibile gusto d’inverno—nebbia, dolci di Carnevale fritti e momenti lenti condivisi con gli amici. Ha anche portato con sé il primo corso di cucina dell’anno, aggiungendo un tocco di allegria e buon cibo a un mese altrimenti tranquillo.

I primi corsi di cucina sono come le rondini: annunciano l’arrivo della bella stagione. E anche se è vero che una rondine non fa primavera, è comunque un segnale che qualcosa sta cambiando—che presto, la mia cucina tornerà a riempirsi di persone.

Dal corso di cucina di Febbraio

Il primo corso di cucina dell’anno: un viaggio nei sapori amari

Ho accolto due signori sudafricani in un gelido mercoledì mattina, nel viavai del parcheggio davanti al mercato. Avvolti nei nostri piumini, ci siamo subito rifugiati nel bar lì accanto per un cappuccino che ci scaldasse le mani e un budino di riso che ci desse l’energia sufficiente per affrontare la giornata. Seduti al nostro tavolino, con il brusio dei clienti abituali come sottofondo, abbiamo affrontato il menù del giorno.

Uno dei miei studenti era già un cuoco esperto, con una solida esperienza di cucina francese, italiana, indiana e sudafricana, così abbiamo deciso di concentrarci sugli ingredienti che più desiderava scoprire: radicchio, carciofi e qualcosa di ancora più locale e stagionale—i cardi.

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