Livia e il cibo
Lunedì Livia ha compiuto 3 anni. Porta pazienza perché questa sarà una newsletter più emotiva e intima del solito.
Lunedì Livia ha compiuto 3 anni. Porta pazienza perché questa sarà una newsletter più emotiva e intima del solito.
Livia è una bimba di fine estate, nata quando le more maturano sui rovi. È la nostra unica figlia, ma è stata accolta in famiglia da due cani che ci hanno già messo alla prova ripetute volte come genitori.
Era il primo giorno d’inverno quando abbiamo scoperto che c’era un bambino d’estate che stava mettendo radici dentro di me. La nostra famiglia di quattro elementi, due esseri umani e due cani adottati, stava per espandersi, la nostra vita stava per cambiare in modi del tutto imprevedibili.
Livia ha stravolto tutte le nostre convinzioni e aspettative. Ci insegna costantemente a dare priorità al tempo libero e ai momenti in famiglia, e l'importanza di ritmi regolari, di rituali e sonnellini pomeridiani. È coraggiosa, generosa, diffidente con le persone nuove ma aperta, curiosa e sorridente non appena le conosce. Ama i libri (come la mamma), i Lego (come il babbo), ballare, cantare per noi in piedi su uno sgabello, stare all'aria aperta, Spider-Man e Peppa Pig.
Per festeggiare il suo terzo compleanno, ho raccolto qui alcune cose che ho scritto su di lei sul blog in passato, insieme ai ricordi freschi dell'ultimo anno, quando ha smesso di essere una bambina ed è diventata una piccola persona con il suo temperamento, le sue simpatie e antipatie, le sue nuove sfide e i suoi migliori amici.
Quando sono diventata mamma
L’ultimo pasto risaliva alla sera prima quando, guardando Wonder Woman tra una contrazione e l’altra, Tommaso aveva scaldato in forno qualche pizzetta congelata. Mi avevano detto di fare scorta di carboidrati di facile consumo per affrontare il travaglio. Abbiamo cominciato con la pizza per passare poi durante la notte a cucchiaiate di miele – dall’ultimo vasetto rimasto dal nostro matrimonio – che intervallavo a docce calde e pochi minuti di sonno per recuperare le forze.
Le ore intercorse tra le pizzette congelate e quel pranzo in ospedale erano confuse, a volte sembravano veloci, altre lente e pastose. Con Tommaso, durante il pelle a pelle con Livia, ce le eravamo raccontate, per riviverle e capirle, per assaporale, per esorcizzare la paura, per renderci conto che eravamo noi gli spettatori e i protagonisti di quel miracolo.
Mi spostai con le gambe ancora malferme sulla sedia rossa di plastica accanto al tavolino d’angolo. Tommaso era tornato a casa, per le politiche Covid dell’ospedale poteva stare solo alcune ore. Sarebbe tornato nel tardo pomeriggio, il momento in cui la nostalgia e la malinconia si fanno sempre più forti.
Sistemai la culla con Livia addormentata accanto a me, in modo da poterla tenere d’occhio, per non perdere nemmeno un sospiro di quella bambina nuova, ancora esausta da quel viaggio lunghissimo che l’aveva portata tra noi. Con un dito le percorrevo la curva della guancia, l’arco delle sopracciglia, cercando somiglianze che ancora non trovavo.
Una volta sicura che sì, era tutto vero, mi dedicai al mio vassoio del pranzo.
La pasta al pomodoro era ormai scotta, con il sugo al pomodoro incrostato sulle penne. L’arrosto di maiale era una pallida imitazione di quello che faccio spesso durante i corsi, il purè era ormai colla.
C’era poi una mela al forno, in una ciotolina bianca di plastica.
Era cotta semplicemente, senza zucchero, con ancora il torsolo. La buccia era raggrinzita, l’interno però sembrava cremoso, cedeva al cucchiaino. Iniziai titubante, ma poi la mangiai con voracità, voltata verso l’angolo di quel muro, con le mani, tenendola per il picciolo, leccandomi le dita. Naturalmente dolce, morbida, confortante.
Avevo trovato in quel vassoio il cibo di quando non stai bene, di quando hai bisogno di una coccola in più, un ricordo d’infanzia che mi dava il benvenuto nella mia nuova vita da grande, da mamma.
Nei giorni successivi in ospedale ho inseguito di pasto in pasto quella mela cotta. Ogni giorno per il giorno successivo mi proponevano una scelta di piatti per comporre il mio menù, ma puntualmente accadeva un corto circuito inspiegabile. Sceglievo gli gnocchi al ragù, e nello scoperchiare il piatto ci trovavo il semolino. Chiedevo le verdure grigliate, e invece mi portavano un’insalata scondita. Ma soprattutto, ogni volta speravo nella mela cotta, e invece sul vassoio magicamente apparivano tre susine acerbe. Ho messo da parte tutte quelle susine e le ho portate a casa: le abbiamo mangiate un mese dopo, finalmente mature.
Da Le mele al forno. Quando sono diventata mamma. Puoi anche ascoltare l'episodio Food and Motherhood del nostro podcast, Cooking with an Italian Accent, e, visto che parliamo di podcast, non perderti l'episodio di Mother Food in cui parlo con Alissa Timoshkina dell'esperienza della gravidanza e del parto durante la pandemia. Abbiamo anche parlato dei miei ricordi d'infanzia e della cultura del cibo e dell’essere donne in Italia.
Ricordando quando Livia aveva un anno
I tuoi tentativi di camminare sono coraggiosi e pieni di entusiasmo. Fai finta di parlare al telefono – dopotutto sei una bambina del lockdown – e chiami gnana tutti i tuoi nonni. A volte per te sono mamma, a volte mamma è un gatto di passaggio, una porta o tuo padre. Dobbiamo farti il bagno dopo ogni pasto, perché ti piace usare il pesto come balsamo per capelli. Vuoi la frutta, specialmente l’anguria – temo che questo sia legato alla grande quantità di anguria che ho mangiato durante i miei ultimi mesi di gravidanza -, la pasta al pesto, il pollo, l’orata e la sogliola. Mangi i pomodorini con trasporto, e sgranocchi cetrioli interi a colazione.
Sportelli, cassetti, coperchi, e tappi ti affascinano: quando entri nella tua casina di plastica sbiadita in giardino, passi il tempo ad aprire e chiudere le imposte, e lo fai proprio come una piccola Biancaneve toscana. Il tuo passatempo preferito al momento è leggere libri: prima li divoravi, letteralmente, sviluppando una passione per il sapore di cartone, ora porti i tuoi libricini a chiunque sia seduto sul divano per farteli leggere. Girate le pagine, aprite le finestrelle, e siete pronti per il prossimo.
Tratto da Una torta di compleanno per Livia. Volevo scrivere un post su Livia per ogni suo compleanno, per non dimenticare le piccole cose e i grandi cambiamenti che rendono le nostre giornate più luminose. Ovviamente l'anno scorso non sono riuscita a scriverlo, quindi cerco di rimediare quest'anno.
La lente che preferisco per raccontare qualcosa di Livia è il cibo: il cibo che mangia, il cibo che non sopporta, quello che cuciniamo insieme.
Leggendo tra le righe si possono scoprire molte cose su Livia. Ovviamente c'è molto di più su di lei, sfumature, crisi e coccole sulla sedia a dondolo, i suoi libri preferiti e il fatto che da grande vuole fare la gelataia e preparare il gelato in due gusti, al pesce e al mandarino.
Cosa mangia Livia adesso?
Le piace la pasta, ma deve essere bianca (con una pioggia di Parmigiano Reggiano e un fiocco di burro), rossa (al pomodoro, senza basilico, e con abbondante Parmigiano Reggiano grattugiato), o verde (al pesto, e sì, lo puoi facilmente immaginare, con abbondante Parmigiano Reggiano grattugiato).
Per quanto riguarda i formati di pasta, dopo aver mangiato principalmente fusilli per 2 anni - costringendo così tutta la famiglia a comprare solo pasta a forma di fusilli - è finalmente passata alle penne, agli spaghetti e - udite udite - alle tagliatelle e ai tagliolini fatti in casa dalla mamma. Ama anche il riso: che può essere bianco (come la pasta) o giallo (con un leggero aroma di zafferano).
Come forse avrai già capito, ama il formaggio, ma deve essere Parmigiano Reggiano e pecorino, stagionato, non troppo fresco. Ha un problema di consistenze, quindi rifiuta tutto ciò che è morbido e bianco: niente mozzarella, ricotta, stracchino o panna montata. E non sono ammessi buchi nelle fette di formaggio.
Ama le verdure nella loro essenza. Anche se sta lentamente restringendo le sue preferenze, al momento le piacciono ancora i broccoli al vapore, i fagiolini lessi, i bastoncini di carote, i pomodorini tagliati a metà e le melanzane grigliate.
La frutta rimane la sua cosa preferita, insieme alle confetture, alla cannella, agli spatzle di spinaci, al prosciutto crudo, alle uova strapazzate, al burro di nocciole, al gelato al cioccolato e al cioccolato fondente.
Questa è Livia a casa. Dopo essere stata una mangiatrice avventurosa e vorace, quando ha compiuto un anno è diventata schizzinosa e sospettosa (cos'è quella cosa nel mio piatto?). Non c'è da stupirsi, ma all'asilo mangiava tutto quello che le veniva offerto, tranne il formaggio bianco e molliccio.
Quando hanno fatto le “colazioni colorate”, per ampliare il palato ed essere un po’ più avventurosi, lei ha mangiato volentieri pera, pasta, riso, peperoni, cipolla e aglio, ma ha rifiutato la panna montata!
Beve il latte dal biberon la mattina presto, mentre ci coccoliamo sul divano, dopodiché non c’è verso che il latte passi più le sue labbra. È un'appassionata bevitrice di acqua e ultimamente vuole che le prepariamo un cocktail di acqua liscia, sul fondo, e di acqua gassata, sopra, e che non ci si azzardi a mischiarla. Adora il caffè d’orzo dopo pranzo quando siamo dai miei genitori, o il tè nel pomeriggio con un paio di biscotti. È un momento che amo particolarmente in inverno e che non vedevo l'ora di farle conoscere: il mio tè delle 5 del pomeriggio ha portato tanto conforto, rassicurazione e gioia nel corso degli anni, e mi commuove vederla sorseggiare il nostro tè rooibos, tenendo la sua tazza rosa con il mignolino alzato. ❤️
Quest'estate si è innamorata del concetto dell’aperitivo, probabilmente perché è il momento in cui finalmente ci sediamo insieme in giardino, dopo una lunga giornata di lavoro.
Mentre noi beviamo un Chinotto o una Lemonsoda, lei prende dell'acqua frizzante. Chiede una ciotolina di taralli, un'altra delle sue cose preferite, o di frutta secca tostata, poi vgira tra di noi offrendoci qualcosa da mangiare, assicurandosi che ne prendiamo tutti la stessa quantità.
A proposito di taralli, non posso non raccontare questo episodio che mi ha fatto sorridere e mi ha commossa per la sua tenerezza. A luglio abbiamo dovuto salutare le sue adorate maestre e il miglior asilo nido che potessimo desiderare, perché a settembre Livia passerà alla scuola materna. Le maestre hanno fatto preparare ai bambini una piccola valigia di cartone, dove dovevano mettere i loro ricordi più belli e ciò che amavano di più per essere pronti ad andare nella nuova scuola. Ecco, cosa metteresti nella tua valigia insieme alla foto dei tuoi genitori e dei tuoi cani? Un disegno di taralli, ovviamente, perché non riesce a immaginare un viaggio senza taralli nella mia borsa.
Oggi, se sei già abbonato, avrai anche la ricetta dei taralli pugliesi, lo spuntino di metà mattina preferito da Livia, facile da tenere in borsa per sgranocchiarli in viaggio.
A volte cuciniamo anche insieme.
Ci dedichiamo soprattutto a preparazioni facili come pancake alla banana o torta al cioccolato, zucca arrostita, mele al forno o pasta al pomodoro. Ma i pancake (che lei chiama pakki-pekki) sono la cosa che preferisce fare insieme: pesa gli ingredienti, aggiunge cannella a cucchiaiate e rompendo le uova con una mano sola come una professionista (pazienza se il guscio finisce nell’impasto, si può sempre ripescare).
Fa girare la centrifuga per l'insalata, a volte apparecchia la tavola e adora condire, qualsiasi cosa: versare l'olio extravergine d'oliva sul cibo, cosparge di sale e - il suo preferito - di Parmigiano Reggiano. Ha appena iniziato a usare il coltello per tagliare i pomodori, la frutta, e la frittata.
Non vedo l'ora di passare altro tempo in cucina insieme, creando ricordi e nuovi rituali, che spero l'accompagneranno nella sua vita, dandole un senso di amore e sicurezza.
Ci piace anche fare colazione insieme il sabato mattina al nostro amato panificio - in appena due mesi le sue preferenze sono passate dalla crostata alla marmellata ai biscotti al cioccolato, fino alla brioche con l'uvetta e un bicchiere di succo di mirtillo - e fare la spesa insieme al supermercato, andiamo alla ppesa, dice. Salta sul carrello e tiene saldamente lo scanner per controllare tutto ciò che compriamo.
Questi sono alcuni dei ricordi più cari che mi porterò nel cuore. Livia sta crescendo così in fretta e mi piace avere un luogo in cui raccogliere le sue stranezze e i suoi gusti che cambiano velocemente come il suo umore. Mentre sfoglio le sue foto (quasi quotidianamente), mi piace anche rileggere queste pagine, perché a volte ciò che sembra indelebile nella mente lascia lentamente spazio a nuove scoperte, sfide e momenti di gioia. Ti vogliamo bene, Livia! ❤️
Grazie per aver letto fino alla fine: quello che ho condiviso è solo una parte di vita vera, normale, indaffarata di normali genitori che lavorano, a volte stressati, a volte estremamente fortunati, con una bambina di tre anni che sta per entrare in una nuova fase della sua vita. Questo ci costringerà a trovare nuovi ritmi, affidandoci a un po' di organizzazione, a tanta fortuna e all'immancabile, prezioso aiuto dei suoi nonni.
Trovo gioia nelle cose semplici, negli eventi ordinari e nel cibo genuino e senza pretese. Spero che il post di oggi ti abbia dato un piccolo assaggio della nostra vita con la nostra bambina peferita, dolce e testarda, .
Puoi leggere di più sul mio amore per il cibo e per una vita ordinaria qui:
❤️
Giulia, you write so beautifully. Your words are my food. You have a special talent to mix food with words and words with food, and sometimes I do not know the difference. It is pure poetry. The food becomes the story, and the story becomes the food. That is why you are so unique. Your brilliance is automatic. !!!! I am sure that all your followers feel the same way. Thank you very much. One say you will become very famous as a writer. Bill in USA