Una torta di compleanno per Livia
Questa è stata la mia torta di compleanno per decenni. È un classico pan di Spagna, tagliato in tre strati, bagnato di alchermes e farcito con crema pasticcera alla vaniglia e al cioccolato.
E così, hai un anno, Livia. Sei nata quando le more maturano nei rovi, quando i primi temporali rinfrescano la calura estiva.
L’anno scorso ho pranzato tardi dopo quello che sembrava un travaglio interminabile con te addormentata accanto a me, il mio primo pranzo da mamma, con pasta al pomodoro, arista, e la migliore mela al forno che abbia mai mangiato. Oggi festeggeremo con pollo arrosto, pasta al pesto e una torta di compleanno per te.
Cresci così in fretta Livia.
Ci sono tratti del tuo carattere e della tua personalità che sono durati solo un battito di ciglia, che ti hanno definita, che ci hanno aiutati a diventare la tua mamma e il tuo papà e ad amarti ogni giorno di più. Sei diventata troppo grande per i tuoi primi vestitini, hai abbandonato abitudini e rituali.
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Ora che sei una bambina di un anno, una bambina grande, è il momento di passare il testimone. Per una vita, questa è stata la mia torta di compleanno, prima preparata dalla tua bisnonna e decorata per me da tuo nonno, poi il mio progetto in solitaria negli anni dell’adolescenza, quando tentando i miei primi passi come pasticciera casalinga. Così, Livia, ora hai la tua torta di compleanno. La decoreremo insieme, e ti prometto che potrai usare tutti gli zuccherini, i fiori, i colori e le caramelle che la tua spumeggiante e allegra personalità vorrà.
La torta di compleanno
Questa è stata la mia torta di compleanno per decenni, e probabilmente anche un pilastro delle feste di compleanno di tutti i bambini italiani della mia età.
È un classico pan di Spagna, tagliato in tre strati, bagnato di alchermes e farcito con crema pasticcera alla vaniglia e al cioccolato. Nonna lo glassava con una glassa tradizionale, spesso in una sfumatura rosa pallido data da qualche goccia di alchermes. Mio padre, che non è un pasticcere ma è l’uomo più ingegnoso che conosca, la decorava con il cioccolato fuso, scrivendo il mio nome, la mia età e aggiungendo qualche ghirigoro, il tutto per la foto finale che sarebbe stata stampata e attaccata nell’album di famiglia.