Risotto alla pescatora. Fatti guidare dai tuoi sensi
Un buon risotto alla pescatora si avvicina molto a una gita al mare, in termini di soddisfazione e felicità pura. Hai il sale, il grasso, l'acido e l'umami in un solo piatto.
Tutto è iniziato con un risotto.
Vivevo ancora a casa dei miei genitori. Tornando a casa da lavoro, aprivo spesso il frigorifero per esplorarne il contenuto. Mi mettevo lì davanti, illuminata dalla sua luce gialla, e scrutavo, persa nei miei pensieri. Avevo bisogno di cucinare qualcosa. Quello era il mio sfogo creativo, un modo per nutrire la mia parte più vera dopo otto ore passate in un ufficio che cercavo in tutti i modi di lasciare.
Spesso cucinavo un risotto. Dopo tutto, nella sua versione più semplice, si può considerare una ricetta da dispensa: riso, burro, brodo, Parmigiano Reggiano, magari una verdura di stagione a scelta.
Il risotto è una ricetta terapeutica.
Coinvolge tutti i tuoi sensi e richiede la tua attenzione totale.
Una nuova ricetta. Il risotto alla pescatora.
La settimana scorsa sono andata al mercato per comprare una verdura di stagione per fare il risotto – radicchio, o forse i primi asparagi della Maremma? -, ma poi ho visto il camioncino del pesce, e in un attimo è diventato un risotto alla pescatora.
La pescivendola vende il misto per risotto, un misto di calamaretti, gamberetti e pesce spada a cubetti che prepara fresco ogni mattina. Una volta cotto, si sposa meravigliosamente con il risotto, l’acidità del vino bianco secco esalta il gusto salmastro dei frutti di mare. Un buon risotto alla pescatora si avvicina molto a una gita al mare, in termini di soddisfazione e felicità pura.
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