I carciofini, Livia e nonna
Livia e i carciofini | Si impara con l'esempio | Cosa ho ascoltato | Cosa ho cucinato (e bruciato)
Sedute con nonna all'ombra degli olivi, stavamo pian piano lavorando su 5 chili di carciofini acquistati a buon prezzo al mercato. Per prima cosa dovevamo togliere le foglie esterne più dure e spuntarli, poi li immergevamo rapidamente in una grande ciotola di acqua fredda, dove galleggiavano ancora i due limoni spremuti. Poi, sarebbe arrivato il momento di sbollentarli in acqua e aceto di vino bianco, di farli asciugare per una notte e, infine, di stiparli nei miei barattoli Bormioli, da ricoprire con olio extravergine di oliva. Lo stesso olio extravergine di oliva che era stato prodotto spremendo le olive raccolte dagli olivi sotto cui eravamo seduti. Tutto torna.
L'ultima volta che avevo distolto lo sguardo dalla cassetta dei carciofi, Livia era seduta al suo tavolino di plastica rosa a disegnare scarabocchi con i suoi pastelli. Sole! Cielo! Nonno! Scarpe! esclamava, descrivendo con il suo linguaggio incerto i suoi ghirigori.
Poi, all’improvviso, una manina paffuta si allunga verso un carciofo.
Senza esitare, lo afferra saldamente con la mano sinistra e inizia a togliere le foglie esterne, quelle dure e scure, una per una, tutto intorno al carciofo. Se all'inizio abbiamo dovuto dirle quando fermarsi, dopo un po' ha capito quando il carciofo era pronto, e me lo porgeva con un sorriso.
Brava! esclamavo a ogni carciofo, meravigliandomi di come avesse imparato la tecnica solo guardandoci.
Mi sono fermata per un po’ a guardare nonna Marcella, quasi 94 anni, che lodava con orgoglio la pronipote per ogni foglia di carciofo, e poi Livia, che compirà 2 anni a fine agosto. Separate da 92 anni, erano profondamente legate in quel momento, creando l’una per l’altra ricordi che io conserverò per sempre.
Per mesi mi sono chiesta se avessi dovuto leggere più libri su come crescere un bambino, su come sviluppare la sua autonomia e la sua intelligenza emotiva, sentendomi del tutto impreparata di fronte ai capricci e alle crisi di Livia (terribili due, vi vedo che mi aspettate dietro l’angolo). Poi, all'improvviso, quel momento autentico di vita familiare mi ha dato fiducia e mi ha permesso di cominciare a capire, più di qualsiasi manuale o libro di auto-aiuto che avrei potuto leggere.
Un esempio, devo solo essere un buon esempio, affidabile, e alla fine tutto andrà al suo posto. Come ha imparato a spuntare un carciofino, imparerà a sedersi a tavola condividendo il pasto con la sue famiglia, ad apprezzare il cibo senza sensi di colpa, a lavarsi le mani prima di cena e i denti prima di dormire.
Crescere in campagna non sarà un impedimento, ma un modo per avere un contatto più pronfondo con i ritmi della natura: avrà lunghe estati e molti cesti di fagiolini da spuntare, pomodori da imbottigliare, uova da raccogliere nel pollaio e more da cogliere dalle siepi. E io sono emozionata all’idea di condividere questi momenti con lei.
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Cosa ho ascoltato
Stavo preparando la mia lezione sulla scrittura delle ricette per la Scuola Holden di Torino, dove un paio di anni fa ho seguito due corsi sulla scrittura del sé, e così mi sono messa alla ricerca di podcast interessanti da ascoltare mentre camminavo.
Faccio sempre fatica a ritagliarmi un po' di tempo prezioso per me, per approfondire temi che mi interessano e per fare esercizio. Quando riesco a combinare le due cose non ho più scuse: esco, cammino, e apro la mente. Ho trovato molto illuminanti queste due conversazioni sulla scrittura delle ricette con Melissa Clark, una delle più prolifiche food writer, nonché scrittrice di ricette per il New York Times. Ha rivelato che quando scrive le sue ricette antepone la chiarezza al suo ego. Mi trova completamente d’accordo.
The Amateur Gourmet Podcast, Melissa Clark's Apple of Truth.
Food 360 with Marc Murphy, The Art of Recipe Writing with Melissa Clark
Cosa ho cucinato
Volevo perfezionare la ricetta dei pici all'aglione (sentirai parlare di nuovo di pici e aglione in uno dei prossimi post del blog), ma sono riuscita a dimenticare l'aglio che sfrigolava nell’olio con un goccio di vino bianco. Due volte. Se la prima volta ho semplicemente bruciato l'aglio fino a ridurlo a carbone, la seconda volta la padella è in qualche modo esplosa, mandando schizzi di olio su tutta la cucina.
Ma ho avuto anche un notevole successo seguendo due ricette del New York Times Cooking. Un giorno dovremo parlare del piacere di seguire alla lettera una ricetta che già sai che funzionerà.
Ecco cosa ho cucinato:
Roasted Zucchini With Garlicky Bread Crumbs and Mozzarella, di Melissa Clark
Chickpea and Herb Fatteh, di Yotam Ottolenghi