La newsletter oggi è un po’ diversa dal solito. Lascio infatti la parola a , un’amica, una social media strategist e giornalista, con un talento raro nel raccontare i suoi viaggi. Ci porterà in una delle sue gite fuori porta, condividendo un itinerario di viaggio in cui arte, storia, e cibo si mischiano ai paesaggi delle colline toscane.
Se vi piace, e so che sarà così, questa potrebbe diventare una rubrica ricorrente su Lettere dalla Toscana, per darvi qualche spunto in più per la prossima gita fuori porta.
Ho conosciuto Paola più di dieci anni fa, pochi giorni dopo aver conosciuto Tommaso: abita a Firenze da vent’anni, ma è pugliese, di Oria, una cittadina del Salento che ci ha fatto scoprire un’estate di diversi anni fa. Fin da allora—dal modo in cui ci ha raccontato la vita di paese, inframmezzando i racconti a scorci da cartolina, sprazzi di vita quotidiana, passeggiate nelle viuzze di pietra, e una cena al ristorante che ancora mi ricordo—amo il suo talento innato nel raccontare l’anima di un luogo.
Che siano l’Islanda, Parigi, la Namibia o Trieste, riesce a vedere cose che sfuggono ai più, unisce la sua passione per la street art e i murales a quella per mostre fotografiche, giardini, musei, libri, e ristoranti. Ho consigliato a più di una persona le sue storie su Parigi, e ho preso infiniti appunti su viaggi che forse un giorno farò. Ma nel frattempo, mi godo i suoi racconti, perché Paola riesce come pochi a raccontare l’anima di un luogo, le sue contraddizioni, ciò che vale la pena vedere e mangiare, condividendo le sue escursioni mai scontate, i musei meno conosciuti, gli imprevisti che rendono memorabile ogni viaggio, senza mai tralasciare anche i lati più divertenti.
Quello che è più sorprendente, però, è il modo in cui racconta le sue gite fuori porta, giornate passate a scoprire Ville Medicee, castelli, paesini medioevali, mostre e osterie, tutti a poca distanza da Firenze. Ho pensato di chiederle di condividere con noi una delle sue gite fuori porta, e quindi oggi ci facciamo portare dalle parole di Paola a Certaldo.
Trovi Paola qui su Substack con la sua newsletter In Viaggio con Cosmopablita e su Instagram come @cosmopablita.
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Se volete leggere di più su Certaldo, potere seguire anche Judy Witts Francini qui su Substack con la sua newsletter Simply Divina - My Tiny Tuscan Kitchen. Lei abita a Certaldo e frequenta spessissimo il suo bellissimo mercato.
David Lebovitz è stato in Toscana a marzo, e Judy l’ha portato un po’ in giro. Qui consiglia un ottimo gelataio a Certaldo.
Se avete il nostro libro La Cucina dei Mercati in Toscana trovate un capitolo dedicato al mercato di Certaldo, con consigli su dove andare, e la ricetta per fare la confettura di cipolle di Certaldo.
Una gita fuori porta a Certaldo
La cosa incredibile di vivere in Toscana da più di vent'anni è riuscire a trovare sempre qualche luogo sconosciuto di cui innamorarsi. Lontani dalle mete più rinomate, è facile imbattersi in borghi, castelli, dimore che portano ancora il segno dell'incredibile storia di questa regione e conservano una quieta ormai difficile da trovare. È quello che ho percepito nella mia ultima gita fuori porta alla scoperta di Certaldo, il borgo al centro della Val d'Elsa, famoso soprattutto per aver ospitato Giovanni Boccaccio.
La cosa incredibile di Certaldo è che ci si sente letteralmente catapultati nel Medioevo: una volta scesi dalla funicolare che permette di raggiungere Certaldo Alta, sentirsi abbracciati da questo borgo con i suoi mattoncini rossi, le antiche lastre di pietra per terra e un infinito silenzio. A Certaldo Alta, infatti, difficilmente vedrete passare un'automobile! L'accesso al centro è riservato esclusivamente ai residenti. Per questo la mente corre subito a immaginare come fosse la vita del Trecento: state camminando in una città rimasta identica a come si è sviluppata nel Medioevo. Chi non ama i viaggi nel tempo?
Cosa vedere
Passeggiate nella larghissima via Boccaccio con il Palazzo Pretorio in fondo che già vi attira come una calamita. Noterete che non c'è una vera e propria piazza, perché la vita si svolgeva tutta qui in questa via al centro del paese. Se c'è una giornata di sole, sollevate lo sguardo per apprezzare il contrasto tra i muri rossi e il cielo azzurro. Passerete accanto al Palazzo Stiozzi Ridolfi e poi al Palazzo Giannozzi, entrerete curiosando in una serie di vicoli laterali e di piccole corti interne, supererete Casa Boccaccio fino a che non vi ritroverete davanti a lui, il Palazzo Pretorio che merita assolutamente una visita. Dal 1415 al 1784 fu sede del Vicariato che amministrava soprattutto la giustizia criminale: qui entrerete nelle carceri civili che riportano ancora gli antichi graffiti dei prigionieri alle pareti, nelle sale adibite alle torture e a quelle in cui i carcerati attendevano il giudizio. Se sotto percepite tutta la sofferenza di questo luogo, il piano superiore vi riporta invece allo sfarzo delle grandi cerimonie: è in queste sale che il Vicario le celebrava e che oggi ospitano invece delle opere di arte contemporanea che dividono meravigliosamente la scena con antichi affreschi di Pier Francesco Fiorentino.
Un'ultima chicca imperdibile: al piano terra, dietro una porticina, troverete una parte del vecchio orto trasformato dall'artista Hidetoshi Nagasawa in un giardino giapponese con una casa da tè di legno, un luogo di estrema quiete in cui riescono a dialogare due culture così distanti nello spazio e nel tempo!
Con il biglietto di 5 euro del Palazzo Pretorio è compresa anche la visita al museo Casa Boccaccio. Non vi aspettate qualcosa di particolarmente emozionante perché questo edificio che ospitò Boccaccio fino alla sua morte, in realtà è stata ristrutturato nei primi dell'Ottocento e poi quasi raso al suolo durante la seconda guerra mondiale, ma vale la pena vederlo soprattutto perché è sede dell'Ente Nazionale Boccaccio ed ospita una bellissima biblioteca tutta incentrata sul Decameron ovviamente: qui scoprirete tantissime traduzioni (persino in giapponese) e soprattutto le versioni illustrate da artisti famosissimi come Chagall e Dalì.
E poi il gran finale: salendo sulla torre più alta si gode di una vista unica su tutta Certaldo Alta e le sue colline circostanti.
Cosa assaggiare - Tre indirizzi per voi
Certaldo è famosa soprattutto per la sua cipolla, presidio slow food, simbolo presente fin dal 1300 nello stemma della città, quindi l'itinerario gastronomico sarà all'insegna di questo magnifico prodotto.
OSTERIA DI CASA CHIANTI (via Lucardese 82, Certaldo)
Appena fuori dal paese, una tappa obbligata per assaggiare lo sformatino di cipolla rossa, il pecorino locale alla griglia, le tagliatelle fatte in casa 'alla povera' con cipolla rossa, guanciale e salvia e ovviamente tutta la carne alla griglia. Ottimi anche i piatti con il tartufo!
OSTERIA LA SALETTA (via Roma 4, Certaldo)
Nella parte bassa della città, la tipica osteria toscana dove i certaldesi vanno per assaggiare i piatti di Giampiero. Super consigliati il risotto al tartufo e il tonno del Chianti, molto interessante anche la carta dei vini!
ROSSO CIPOLLA (via Boccaccio 15, Certaldo)
Il classico alimentari dove fare una pausa veloce con taglieri e schiacciata, godendosi la vista sulla via principale di Certaldo Alta. Un must da provare: lo strudel di cipolle. E poi acquistare composte (di cipolle ovviamente) e marmellate fatte da piccoli produttori locali. Il vero souvenir di Certaldo!
Buongiorno Giulia, le gite fuori porta come i viaggi in generale sono sempre uno spunto interessante, da condividere perché viaggiare è bello e apre la mente e ci fa conoscere usi e costumi di altre persone e/o luoghi. Ben venga una rubrica di questo tipo!! Ti auguro una buona giornata e tanti auguri di buona Pasqua 🐣 a voi tutti 👋👋
Che emozione poter raccontare le mie gite fuori porta e tutta la bellezza che ci circonda in questo spazio! Grazie mille Giulia e Tommy per questa occasione :)