I momenti in cui mi sono sentita più sicura nella mia vita sono a tavola, con la mia grande famiglia allargata riunita attorno a qualcosa di buono e semplice da mangiare. A tavola sono una mamma, una figlia, una sorella, una nipote, sono una moglie che ruba una patata arrosto dal piatto di Tommaso; sono la nipote di mia zia quando mi serve una porzione extra delle sue lasagne; sono anche una zia, quando mia nipote vuole sedersi accanto a me e mi sussurra all'orecchio tutti i suoi segreti. Ho un ruolo, ho legami profondi, ho una rete di sicurezza.
Sono un cliché, lo so. Sono italiana, amo la convivialità, amo i rituali e tutte le abitudini familiari che riguardano il cibo e la stagionalità. Questo è probabilmente uno dei motivi per cui non vedo l'ora che arrivino le feste.
Sono sempre stata aperta, felice di adottare nuove tradizioni per aggiungere un senso del tempo, un motivo in più per festeggiare e cucinare qualcosa che abbia un significato profondo per noi come famiglia.
Ecco perché sono 10 anni che preparo un la Christmas cake inglese. Ho iniziato con la ricetta di Jamie Oliver - quella che trovi in uno dei post più commentati di questo blog -, poi sono passata alla ricetta di Nigel Slater tratta dal suo The Christmas Chronicles, e infine ho provato anche la fruit cake della mia amica Regula Ysewijn, quella che lei ha scelto proprio come torta nuziale per il suo matrimonio, la stessa che ha condiviso nel suo ultimo libro Oats in the North, Wheat from the South. Ho iniziato per curiosità, poi ho adottato la Christmas cake per la ritualità di prepararla quando il Natale è ancora ben lontano, bagnandola via via con il brandy nelle settimane che ci portano verso alle feste.
Quando ho incontrato Tommaso, le sue tradizioni salentine si sono fatte spazio nel mio modo di fare festa.
Ho cominciato a fare le pittule la sera della vigilia di feste importanti: del resto, serve proprio una scusa per friggere dei soffici bocconcini di pasta di pane arricchiti con olive, pomodori, capperi e acciughe? Sto anche aggiungendo lentamente nuovi rituali familiari appartenenti al Salento per ricordare Lucia, la sua mamma, scomparsa lo scorso anno. Ne ho fatto una missione: è il mio modo per conoscerla meglio attraverso i sapori e le tradizioni della sua terra, e un modo per trasmettere a Livia tutti questi ricordi.
Non ho mai festeggiato il Ringraziamento in America, ma da quello che ho capito dai film, dai libri e da tutti gli scambi che abbiamo avuto durante i nostri corsi di cucina, sarebbe proprio il mio genere di festa. Probabilmente è la convivialità che apprezzerei di più, le tradizioni familiari, la lunga attesa per mangiare il piatto preferito che prepara sempre tua zia, o la stranezza di quell'abitudine familiare che si ripete negli anni, e chi ti fa sentire a casa.
E così, per il prossimo Natale, ma anche per questo Thanksgiving dietro l'angolo, voglio mettere da parte il senso di inadeguatezza, lo stress di voler stupire a tutti i costi, le maratone di cucina e lo shopping folle, l'esasperazione di essere - o apparire - perfetta, su Instagram e nella vita reale. Invece, voglio solo fare spazio alla convivialità.
La convivialità, per me, consiste nel condividere piccoli rituali, costruire abitudini, cucinare per nutrire, non per ostentare e far colpo su qualcuno.
Non c'è niente di meglio di quando la convivialità sposa la semplicità, quindi non stressarti per il menu. Che tu sia seduta intorno a un lungo tavolo o solo con la tua persona, posso aiutarti con alcune ricette semplici e affidabili, provenienti direttamente dal mio repertorio di cucina familiare.
Cos’è per te la convivialità?
La ricetta della faraona in salmì
Ricetta sviluppata in collaborazione con Cecchi.
Il vino che abbiamo scelto per la ricetta di oggi è Valore di Famiglia, un Chianti Classico Gran Selezione D.O.C.G. prodotto a Castellina in Chianti. Di colore rosso rubino tenue, molto delicato, è vellutato all’ingresso in bocca, e poi si sviluppa in un’ampia avvolgenza. Si abbina a arrosti, cacciagione, e a formaggi stagionati.
Noi abbiamo pensato alla faraona in salmì, un piatto che per noi sa di famiglia, di giorni di festa, una ricetta che con i suoi aromi ricorda proprio la cacciagione, ma è al contempo accessibile e di facile realizzazione.
Trovi la ricetta della faraona in salmì sul blog.
Se decidi di partecipare al weekend cooking project, condividi i risultati con noi sui social media usando l'hashtag #myseasonaltable e taggando @julskitchen su Instagram. Sarà un modo per accorciare le distanze tra noi in questo periodo di distanziamento sociale.
Se hai domande sugli ingredienti o sulla ricetta, se hai una richiesta speciale per uno dei prossimi weekend cooking project, o se vuoi semplicemente fare due chiacchiere, rispondi a questa email.
8 ricette per celebrare la convivialità
Oggi condividiamo anche una piccola selezione delle nostre ricette preferite che sembrano fatte apposta per la convivialità: grandi pentole di ragù, sia di carne che di lenticchie, stufati di cinghiale, vassoi di crespelle, un arrosto di tacchino, e alcuni dolci di stagione. Spero che ti piacciano e che ti diano qualche idea per uno dei prossimi pranzi in famiglia.
Il ragù toscano. Quanti ragù esistono in Italia? Tra quello ricco e gaudente di Bologna, dove il macinato di manzo e maiale è portato a cottura con vino bianco, latte e concentrato di pomodoro, e quello napoletano, dove la tradizione vuole che non ci sia macinato, ma pezzi interi di carne che vengono cotti lentamente nel sugo, c’è uno spiraglio di irriverenza e campanilismo, di anarchia e tradizione, dove a casa la domenica si fa il ragù toscano
Il ragù di lenticchie. Il ragù, come il sugo di pomodoro, cuoce meglio se fatto in grandi quantità, in pentole che sembrano tinozze, con qualcuno in mente, così da distillare i nostri pensieri che si vanno a mescolare all’olio e al battuto, rendendo il sugo speciale.
Crespelle alla Fiorentina. È una ricetta pratica perché si presta a tanti ripieni diversi, che seguono l’andamento della stagione: asparagi, carciofi e zucca sono alcuni dei miei preferiti insieme a spinaci e bietole. È possibile combinare le verdure con la ricotta fresca o anche aggiungere un po’ di besciamella al ripieno. Il formaggio è un ingrediente sempre benvenuto: Parmigiano Reggiano, Pecorino toscano o romano, ricotta salata, o qualsiasi altro formaggio stagionato e saporito che sareste ben felici di grattare sulla pasta.
Petto di tacchino ripieno. Una delle ricette che mamma mi ha insegnato risveglio dopo risveglio – e sicuramente uno dei piatti che più associo ai pranzi della domenica – è il petto di tacchino ripieno arrosto, da cuocere in pentola sui fornelli e non in forno. È un piatto familiare, che però ha enormi potenzialità.
Il cinghiale con le olive. Brasa il cinghiale con il battuto e con la sua marinatura a fuoco basso e lentamente, come se tu avessi a disposizione tutto il giorno. Non devi essere lì costantemente a guardarlo, basta controllarlo di tanto in tanto per aggiungere altro liquido quando necessario.
Finocchi gratinati. Se il tuo piatto principale è a base di maiale, scegli i finocchi come contorno. Puoi preparaci un’insalata mediterranea, con filetti di arance e olive nere, o preparali gratinati al forno, con tanto aglio e limone.
Torta Tiramisu. Ecco una torta adatta ai festeggiamenti, una torta tiramisù. Il tiramisù è uno dei miei dolci preferiti in assoluto: è cremoso, con il giusto equilibrio di sapori dato dal caffè amaro e dalla crema dolce al mascarpone. Oggi diventa una torta tiramisù a strati, dove il sapore amaro del caffè incontra una torta al cioccolato umida e un ripieno cremoso al mascarpone.
Crostata di ricotta e confettura di mirtilli. La frolla è rustica, fatta non solo di farina bianca ma anche di farina di grano saraceno integrale, proprio come nelle torte di montagna, quelle ripiene di frutti di bosco.
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