È tempo di schiacciata con l’uva
Settembre in Toscana significa solo una cosa: schiacciata con l'uva
Abbiamo deciso che riprenderemo i nostri corsi di cucina in presenza nel nostro studio nel 2022.
È stata una decisione combattuta, perché ho continuamente la sensazione di perdere qualcosa, di rimanere indietro. A beve saranno passati due anni dal nostro ultimo corso di cucina in presenza, e poi immaginare quanto questo mondo sia in rapido cambiamento, instabile, e selvaggio a volte. Ma è la decisione giusta per noi. Le cose buone richiedono tempo: vogliamo offrirti la migliore esperienza possibile per quando verrai a trovarci nel nostro studio la prossima volta.
Useremo questo tempo per lavorare al manoscritto del nostro libro di ricette, per risistemare il nostro studio e la nostra cucina di casa e, soprattutto, per goderci momenti preziosi con Livia nei suoi primi mesi di nido.
Negli ultimi mesi, però, abbiamo lavorato su nuove ricette, e siamo pieni di idee e menu che vogliamo condividere con te. Ecco perché abbiamo finalmente deciso di organizzare dei corsi di cucina online, in diretta. Presto annunceremo date e temi, ma per il momento, volevamo solo raccogliere le tue idee sui corsi online.
Abbiamo creato un modulo per raccogliere i tuoi consigli, lo trovi qui.
Ci vorranno solo un paio di minuti del tuo tempo, ma, in cambio, ci aiuterai a creare la migliore esperienza possibile.
Per ringraziarti del tuo aiuto, ecco una ricetta di stagione che proprio non può mancare nel settembre toscano, la schiacciata con l'uva.
Me lo ricordo il sapore dell’uva appena colta.
Verso la fine dell’estate dei miei diciannove anni, poco prima di andare all’università, decisi di fare la vendemmia, il lavoro che da queste parti tutti i giovani, prima o poi, si trovano a fare: chi per necessità, chi per pagarsi le vacanze, chi per mettere qualcosa da parte per i mesi invernali.
Si cominciava la mattina presto, quando i filari erano ancora bagnati di rugiada, e si proseguiva attraverso le ore più calde, fino alle cinque del pomeriggio. All’inizio resistevi ma dopo un po’, quasi sovrappensiero, mettevi in bocca un acino d’uva, e da lì in poi era difficile fermarsi. In quell’acino c’era tutto: era asprigno e al contempo zuccherino, dissetante e inebriante.
Gli odori, i colori e la dolcezza di quell’uva appena colta si ritrovano nella schiacciata con l’uva, una merenda che quand’ero piccola portava con sé il sapore della fine dell’estate e del ritorno a scuola.
Se non ci sono vigne nei dintorni, dalla metà di agosto sino alla fine di settembre spesso è possibile trovare nei banchi del mercato ciocche di uva da vino, la migliore per fare la schiacciata. Dovete essere lì presto la mattina, perché c’è di solito solo un panierino d’uva, e sparisce nel giro di poche ore, una vera tentazione per chi si ricorda ancora il sapore della schiacciata con l’uva, fatta con i grappoli appena colti.
La schiacciata con l’uva
In passato era semplice pasta di pane sottratta alle infornate settimanali, arricchita con zucchero e uva e messa a cuocere negli enormi forni a legna all’inizio, per testarne il calore.
Sul blog, c'era una vecchia ricetta per fare la schiacciata con l'uva, ma proprio oggi l'ho aggiornata con una nuova versione, con meno lievito e un tempo di lievitazione più lungo. Questa è anche la ricetta che puoi trovare nel nostro libro, La cucina dei mercati in Toscana.
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