Una cartolina da Volterra
La strada che porta a Volterra non è né per gli stomaci deboli né per i deboli di cuore. Ma ne vale la pena.
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La strada che porta a Volterra non è né per gli stomaci deboli (una bella dose di curve) né per i deboli di cuore (il paesaggio toglie il fiato dalla bellezza, soprattutto in autunno e primavera).
Se hai partecipato a un nostro corso di cucina lo sai, io e Giulia adoriamo Volterra, e molto probabilmente ti abbiamo invitato a visitarla dopo il corso al posto di San Gimignano.
Non mi fraintendere, San Gimignano è sempre bellissima, ma come spesso succede il turismo di massa l’ha completamente trasformata. Fatta eccezione di un paio di locali, poi si trovano solo le classiche cose da turisti: taglieri di legno, calamite di plastica, pupazzi a forma di cinghiale, pacchi di pasta, biscotti ecc… Vale davvero la pena visitare San Gimignano durante la bassa stagione.
Volterra invece continua a mantenere la sua autenticità nei secoli. Ha saputo fare del suo isolamento un punto di forza: nonostante continui ad attrarre turisti da tutto il mondo, rimane una città a misura d’uomo, dove le botteghe sono ancora frequentate dagli abitanti del paese: la domenica si comprano i pasticcini da portare a pranzo dai parenti, dove i bar, o ancora meglio, il circolo Arci, sono ancora il punto di incontro per giovani e anziani.
Lascia la macchina al Parcheggio La Dogana, e appena usciti su Piazza dei Martiri della Libertà puoi ammirare la bellezza del paesaggio tutto intorno. Se hai la fortuna di trovare una giornata di sole, in lontananza ci sarà una striscia argentata del mare della costa toscana.
Lasciata la piazza non rimane che perdersi su e giù per le vecchie strade, ogni angolo potrebbe regalarti una sorpresa.
Se devi mangiare a Volterra segnati questi nomi:
Enoteca del Duca
Ristorante da Beppino
La Vecchia Lira
La Carabaccia